Felice Cavallotti

Felice Cavallotti

Poeta, patriota, drammaturgo, giornalista e patriota
Felice Cavallotti

Felice Cavallotti

Poeta, patriota, drammaturgo, giornalista e patriota

Felice Cavallotti nasce a Milano il 6 ottobre del 1842. Fu un politico, poeta, drammaturgo, giornalista e patriota italiano.  Cofondatore dell’Estrema sinistra storica, movimento attivo tra il 1877 e l’avvento del Partito Radicale Italiano (1904). 

Fu soprannominato “il bardo della democrazia” per la sua spiccata indole progressista. Politico idealista e appassionato, combatté molte battaglie per la giustizia sociale oltre che contro la corruzione e il colonialismo della classe dirigente crispina. 

Mise piede per la prima volta a Marsala appena diciottenne, quando si unì alla spedizione guidata da Giuseppe Garibaldi nel 1860, mentre successivamente nel 1866 combatté sempre al fianco di Garibaldi in Valtellina ed in Trentino, ove prese parte alla Terza Guerra d’indipendenza come volontario, distinguendosi sempre per il valore mostrato in battaglia. Fu di nuovo a fianco di Garibaldi nella Roma pontificia durante la tentata insurrezione che vide l’intervento delle truppe francesi guidate da Pio IX nella battaglia di Mentana. Qui maturò anche il suo spiccato anticlericalismo.

All’età di trentuno anni, nel 1873, venne eletto nel Parlamento come deputato di Corteolona (in provincia di Pavia) e da questo momento la sua figura diventerà parte integrante della vita politica italiana.

Anche se non è noto come i patrioti suoi contemporanei, fu molto attivo nella vita politica dell’epoca con idee estremiste e liberali, tanto da entrare in disputa col governo Giolitti di cui se ne ricorda una dura requisitoria in parlamento. 

Cavallotti fu descritto come un uomo dal carattere passionale e testardo, con bruschi cambi d’umore e atteggiamenti teatrali, ma fedele ai suoi principi e di comprovata integrità morale; tendeva a porre fine alle numerose dispute e diverbi con duelli, come consuetudine per l’epoca, che intraprendeva senza timore e per spiccato senso d’onore. Abile schermitore e duellante, si dice che nella sua vita combatté ben trentatré duelli, senza la regola dell’ultimo sangue, vincendone la maggior parte. 

Morì il 6 marzo 1898 alle 15:30, ucciso proprio in un duello che non avrebbe dovuto essere all’ultimo sangue. Il conte Ferruccio Macola, infatti, gli trafisse la bocca, lacerando carotide e palato. Con la morte di Cavallotti l’Estrema sinistra storica perse un importante esponente e la Casa di Savoia un instancabile oppositore.

Appresa la notizia con sgomento, il consiglio comunale marsalese, riunitosi in data 21 marzo 1898  ricordò la figura di Cavallotti con parole importanti ricordando la visita del Politico in città l’8 novembre del 1896, riportando agli atti: «E tu, o popolo marsalese che nell’8 novembre 1896, nella forma la più solenne, la più affettuosa, la più entusiastica, qui l’accogliesti; che ascoltasti la sua dolce parola di grazie per la festa che gli improvvisasti e ti compensava l’affetto e l’entusiasmo addimostratigli col bacio e coll’abbraccio, baciando ed abbracciando il nostro prediletto On. Vincenzo Pipitone; tu che lo sentisti in un sublime slancio di lirica alata esclamare: “Oh! Come è bello stringere le destre dei forti, le nostre destre, o Marsalesi, quanto bene non ne risento, quanta poesia non si sveglia nella mia mente! Mi sento ringiovanire, mi si riaffacciano gli anni giovanili, quando col mio duce, di cui ora rintraccio le orme, battei questa terra gloriosa, divampante di patriottico entusiasmo». 

Proprio a Cavallotti fu intitolato questo giardino nel cuore di Marsala, chiamato comunemente “la Villa”. La decisione di intitolare a lui questo spazio venne presa dagli amministratori più radicali dell’epoca, infatti prima era stata denominata “Giardino Crispi”.  

Nel 1932 nel clima di fascistizzazione del Bel Paese questa statua di Felice Cavallotti, scolpita da Leonardo Croce, venne rimossa ed il giardino riprese la vecchia intitolazione. Nel novembre del 1943 il sindaco Giuseppe Gaspare Pellegrino ripristinò la denominazione attuale della villa e vi fece ricollocare la statua.